RICICLANDO

Nella società dei consumi, nel mercato degli oggetti con scadenza programmata, difficilmente si trova spazio per la persistenza, elemento fondamentale alla stratificazione delle esperienza, dei ricordi, della memoria. Così ci siamo avvicinati al bidone dove abbiamo immaginato di trovarci delle memorie, degli oggetti divenuti testimoni momentanei e passeggeri di gesta quotidiane. Così l’ombrello appartenuto alla vecchia che tutte le mattine lo imbracciava per percorrere quel pezzo di via P. Sarpi, dal portone di casa sua alla farmacia all’angolo con via signorelli. Cammina in quella strada familiare ma non più amica, ancora vivi i ricordi di quando trenta anni prima vi era andata a vivere….. Ora le sembrava tutto straniero e incomprensibile, sente la fatica dell’integrazione con un popolo laborioso e sfuggente. Ma il suo ombrello è sempre lì che l’accompagna, ovunque.

Volevamo un moto sospeso, una condizione congelata, un evento legato ad un’attesa infinita, proprio come lo è la vita dopo la morte funzionale degli oggetti di cui rapidamente ci sbarazziamo.

Una macchia di umidità ci desta dalla monotonia di un grigio senza memoria.